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La regista Regiana Queiroz

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Regiana Queiroz è una talentuosa regista con la passione per le storie rilevanti, particolari e provocatorie. Uno dei suoi lavori più notevoli è il suo ultimo documentario, che esplora l’ascesa della destra fascista di Bolsonaro in Brasile. Attraverso questo progetto audace, Regiana ha affrontato il tema con coraggio e sensibilità, offrendo una prospettiva chiara e impegnata sulla situazione politica del paese, suscitando riflessioni critiche nel pubblico. Oltre al suo impegno politico, Regiana ha annunciato un nuovo cortometraggio in cantiere. Questo progetto affronterà la storia d’amore tra Samuel Beckett e Peggy Guggenheim, un connubio affascinante e complesso che promette di essere un’ulteriore dimostrazione delle abilità narrative e della curiosità intellettuale di Regiana. Il suo lavoro stimola la discussione, spingendo gli spettatori a guardare oltre le superfici e a riflettere sulle questioni importanti che caratterizzano il nostro tempo.

Ciao Regiana, presentati, chi sei?
Questa è una domanda difficile, non so mai cosa rispondere. Sono una pazza non pericolosa che non riesce a fare pace con la vita reale quotidiana.

Dove trovi le tue storie e l’ispirazione per raccontarle?
Non sono io che trovo le storie che racconto, sono le storie che mi scelgono. Non ho un tema, o un genere come la maggior parte dei registi. Posso passare dai documentari politici alle storie drammatiche o ad una dramedy seriale.

Come descriveresti la tua impronta stilistica, il modo in cui racconti tramite i tuoi film?
Se dovessi proprio descriverle, direi che lo faccio sempre nel modo più difficile ed impopolare possibile. Sono arrogante, erudita e non lascio mai niente troppo facile per lo spettatore. Poi sono cresciuta da una madre pittrice nevrotica, ho un senso estetico ossessivo molto raffinato quando faccio fiction, e creo strati metaforici di comprensione e interpretazione interdisciplinare improbabile nei documentari.

Cosa ti ha spinto a raccontare la breve storia d’amore di Guggenheim & Beckett?
Stavo facendo delle ricerche per la sceneggiatura di un lungometraggio su Lucia Joyce – tra genialità, pazzia e amori – quando ho scoperto questa storia che mi ha rapita irreversibilmente. Sono affascinata, non solo dalla storia, ma principalmente da chi erano i personaggi. Allora ho mollato tutto e deciso di fare un cortometraggio, anche se anni fa mi ero promessa di fare solo lunghi.

Arte e amore, come si influenzano tra di loro? Un amore breve e passionale è più potente?
Secondo me l’amore esiste solo se breve, tutto il resto è paura di morire, solitudine o necessità di dividere la rata mensile del mutuo. Poi l’arte esiste giustamente perché l’amore sempre finisce.

Pensi ci siano differenze di ruolo tra i sessi nell’arte?
Non credo che l’arte sia fatta con gli stessi organi con qui facciamo sesso, allora non penso che esista un ruolo passibile di genere sessuale in nessuna attività che coinvolga il pensiero.

Descrivi i personaggi delle tue storie a un livello psicologico molto profondo, nel caso di personaggi realmente esistiti parti da delle ricerche o ti affidi a istinto e sensibilità?
È stata una ricerca molto esaustiva. Tutto nella sceneggiatura è successo veramente. L’istinto serve per mettere un ordine nei fatti e creare l’emozione giusta.

Samuel e Peggy si muovono in un’epoca di grande fermento artistico, in cui scrittori, pittori, musicisti e collezionisti vivono e coesistono in quello che sembra essere un grande circolo artistico che va al di là dei continenti e degli ambiti artistici. L’arte ispira altra arte? Nella nostra epoca, caratterizzata da connessioni e rapporti digitali, dalla facilità di viaggiare e da mezzi d’espressione artistici alla portata di tutti, qualcosa è cambiato? Senza dubbio l’arte, non solo ispira l’arte, ma è anche capace di influenzare una intera generazione. Non sarà mai però Arte se è alla portata di tutti, anzi, i rapporti digitali hanno solo dato voce e spazio agli imbecilli, per questo siamo nell’era degli “influencers”, che guadagnano soldi facendo tutorial di make-up su tik tok. La differenza tra fama e prestigio è intramontabile e per niente sottile.

Come mai hai deciso di girare a Milano una storia d’amore Parigina? C’è un legame tra le due città?
Nessun legame. È una storia girata dentro di una stanza di albergo, avrei potuto girarla ovunque, ma il caso mi ha portato a Milano, che mi ha portato degli appoggi fondamentali per produzione. Comunque, tra di loro parlavano in inglese anche se erano a Parigi.

Proprio oggi 18 Giugno, in Opera, il quartier generale di us/them/yours al 31 di via Padova a Milano, si terrà la proiezione del suo ultimo documentario per raccogliere fondi per il nuovo cortometraggio. Alle 19:30 comincerà una breve introduzione a cura dell’antropologo Massimo Canevacci e del critico cinematografico Roberto Silvestri.

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